Articolo Tempo libero Arte - Cultura
Obiettivi del metodo Feuerstein - Parte I freccegiovedì 26 settembre 2013      


Gli esseri umani sono portati per natura a confrontarsi con gli altri per qualche ragione personale o sociale, fisica o biologica. Non riescono però a competere con gli altri e per questo faticano a vivere perché subiscono esclusioni ed emarginazioni di ogni genere. Il professor Reuven Feuerstein, al contrario, è stato sempre dell’idea che gli uomini, hanno pari potenzialità per la propria vita anche quando sembra che non sia così.

Perché per Reuven Feuerstein c’è un mondo che va oltre il mondo della misura ed è il mondo che ancora non appare ma che può apparire da un momento all’altro, il mondo della possibilità. A questo mondo e a tutto ciò che bisogna fare per farlo nascere Reuven Feuerstein ha dedicato la vita perché ha sempre creduto nell’uomo, nelle possibilità dell’uomo, anche contro le avversità della natura o della cultura. La scuola deve quindi, per questa ragione, sviluppare le capacità dell'individuo e non alimentare il fenomeno di contrapposizione e paragone che già esiste tra gli individui.

Il compito dell'ente preposto all'educazione sociale deve infatti essere quello di aiutare lo studente ad apprendere sviluppando le sue capacità cognitive e facendo leva sul desiderio di imparare stimolando quindi il cervello. Non deve quindi limitarsi ad essere uno strumento di valutazione e quindi di contrapposizione con gli altri. La scuola non è un quiz a premi, dove vince chi è più preparato, ma è un qualcosa che deve istruire, educare, imparare all'individuo come si vive in società in armonia con gli altri. Obiettivo della scuola è quello di istruire l'individuo affinché impari qualcosa che può poi usare durante la sua esistenza.

Teniamo presente che questo è un passo essenziale nell'esistenza di ogni individuo, tanto che ogni civiltà nel mondo ha sempre cercato di investire soldi, mezzi e risorse nell'istruzione in modo da formare sia amministratori statali capaci che cittadini che abbiamo capacità tali per automantenersi nella società lavorando o fornendo servizi al resto della cittadinanza. Una scuola che funziona è infatti essenziale per il benessere sociale, e un connubio tra istruzione, lavoro e servizi sociali, limiterebbe disoccupazione, emarginazione, disordini e devianza. Non con questo vogliamo dire che la scuola deve formare robot senza volontà che servano lo stato senza fiatare o controbattere, ma sicuramente per mezzo dell'istruzione lo stato ha dei benefici perché crea un benessere sociale a cui nessuno società può rinunciare.

La scuola odierna sta però perdendo alcune di queste caratteristiche. Per esempio non riesce più a formare l'individuo nelle abilità richieste dal mercato del lavoro. Da qui nasce il concreto problema della disoccupazione, in quanto molti di coloro che escono dagli istituti statali sono totalmente inutili nella società lavorativa e non trovano altro impiego che nei servizi superflui dove vengono sottopagati e dove il lavoro è così flessibile che a volte scompare. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Christian  Vannozzi - vedi tutti gli articoli di Christian  Vannozzi



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Gli esseri umani sono portati per natura a confrontarsi con gli altri per qualche ragione personale o sociale, fisica o biologica. Non riescono però a competere con gli altri e per questo faticano a vivere perché subiscono esclusioni ed emarginazioni di ogni genere. Il professor Reuven Feuerstein, al contrario, è stato sempre dell’idea che gli uomini, hanno pari potenzialità per la propria vita anche quando sembra che non sia così.

Perché per Reuven Feuerstein c’è un mondo che va oltre il mondo della misura ed è il mondo che ancora non appare ma che può apparire da un momento all’altro, il mondo della possibilità. A questo mondo e a tutto ciò che bisogna fare per farlo nascere Reuven Feuerstein ha dedicato la vita perché ha sempre creduto nell’uomo, nelle possibilità dell’uomo, anche contro le avversità della natura o della cultura. La scuola deve quindi, per questa ragione, sviluppare le capacità dell'individuo e non alimentare il fenomeno di contrapposizione e paragone che già esiste tra gli individui.

Il compito dell'ente preposto all'educazione sociale deve infatti essere quello di aiutare lo studente ad apprendere sviluppando le sue capacità cognitive e facendo leva sul desiderio di imparare stimolando quindi il cervello. Non deve quindi limitarsi ad essere uno strumento di valutazione e quindi di contrapposizione con gli altri. La scuola non è un quiz a premi, dove vince chi è più preparato, ma è un qualcosa che deve istruire, educare, imparare all'individuo come si vive in società in armonia con gli altri. Obiettivo della scuola è quello di istruire l'individuo affinché impari qualcosa che può poi usare durante la sua esistenza.

Teniamo presente che questo è un passo essenziale nell'esistenza di ogni individuo, tanto che ogni civiltà nel mondo ha sempre cercato di investire soldi, mezzi e risorse nell'istruzione in modo da formare sia amministratori statali capaci che cittadini che abbiamo capacità tali per automantenersi nella società lavorando o fornendo servizi al resto della cittadinanza. Una scuola che funziona è infatti essenziale per il benessere sociale, e un connubio tra istruzione, lavoro e servizi sociali, limiterebbe disoccupazione, emarginazione, disordini e devianza. Non con questo vogliamo dire che la scuola deve formare robot senza volontà che servano lo stato senza fiatare o controbattere, ma sicuramente per mezzo dell'istruzione lo stato ha dei benefici perché crea un benessere sociale a cui nessuno società può rinunciare.

La scuola odierna sta però perdendo alcune di queste caratteristiche. Per esempio non riesce più a formare l'individuo nelle abilità richieste dal mercato del lavoro. Da qui nasce il concreto problema della disoccupazione, in quanto molti di coloro che escono dagli istituti statali sono totalmente inutili nella società lavorativa e non trovano altro impiego che nei servizi superflui dove vengono sottopagati e dove il lavoro è così flessibile che a volte scompare. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Christian  Vannozzi - vedi tutti gli articoli di Christian  Vannozzi





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